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al testo di Ferdinando Giordano
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A F.B.
Se un uomo scrive una poesia e loda una poesia di un collega avrà un’amante bellissima. Se un uomo scrive una poesia e loda all’eccesso una poesia di un collega, allontanerà da sé l’amante. (Mark Strand - Il nuovo manuale di poesia)
Spesso mi guardo le labbra: rinsecchiscono come ceppi ardenti (mi pare possa dirlo benchè gli incisivi si consumino più per la lingua che per i morsi a piacere) ed insieme - tu nel vano della lettura ed io nel vano tentativo di attrarti ancora - notiamo che le parole stentano a rinnovarsi quando usate per lo stretto necessario: siamo lamenti e lemmi lemmi nemmeno bastiamo per spogliarci completamente. La nudità è ora piegata; ed è il mondo che segna il breve alterco in tempo; ed è una monofonia (qui addirittura un verso da cardine strid’ente - vedi come il suffisso avoriato ci prenda in contrasto pur apostrofandolo non da devoto?) La nudità scompare in quanto seduta collettiva di frasi mozze, sbrecciate in fine silenzio che sentenzia le perdite e, perché no, incapaci del passato che avemmo a letto. Così anche il libro del ventre si mette all’indice in quel senso riverso.
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